Non mi è mai piaciuta la poesia. O meglio non mi era mai piaciuta. Quando ero piccola mi ricordo che mia nonna passava ore a ripetere poesie con mio fratello che doveva impararle a memoria e non ci risuciva mai mentre io entravo nella stanza e gliela ripetevo (sì, lo facevo per dispetto, piccola e stronza).
Però crescendo ho “incappato” in un brano particolare che ancora adesso, se ci sono dei periodi bui, mi piace leggere. Avevo letto una volta (credo in una di quelle mail che girano nel web fatta di belle immagini e canzoni sdolcinate) che fra le tante cose che si dovrebbero fare in questa vita una è IMPARARE A MEMORIA LA TUA POESIA PREFERITA. Io conosco solo il pezzo finale ma ho deciso di scrivere qui il testo intero così posso andare a leggerlo quanto voglio. E lo potete fare anche voi!
“Dal profondo della notte che mi avvolge,
Buio come un pozzo senza uscita,
Ringrazio qualsiasi dio esista
Per la mia anima invincibile.
Nella feroce stretta delle circostanze
Non ho sussultato né ho gridato forte
Sotto i colpi d’ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo d’ira e di lacrime
Si profila il solo Orrore delle ombre
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto stretto è il passaggio,
Quanti castighi dovrò ancora sopportare,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima”
Henley
Io credo che sia possibile essere padroni del proprio destino. Credo che gli eventi che capitano non possano essere previsti ne evitati ma credo che essere padroni del proprio destino significhi affrontare quei momenti, quelle sventure in modo tale da uscirne vincenti. Impugnare la situazione. Affrontare i nemici. Sapersi godere i momenti felici che la vita ci offre senza pensare a quanto durerà. Ricominciare a camminare. Non avere paura di cosa potrà accadere domani. Essere consapevoli che il mondo non finisce se qualcuno ci lascia e che la persona che fa per noi è ancora lì fuori. Vivere ancora l’Amore al massimo anche se potrebbere non essere per sempre. Coltivare le amicizie. Esserci per la propria famiglia. Essere consapevoli di tutto ciò e applicarlo. Io sono il padrone del mio destino, il capitano della mia anima!
E poi chi é il saggio???
Tu? io? ok, facciamo NOI (a turno) 🙂
Bella.
La conobbi visionando Invictus.
È riuscita addirittura a destarmi dall’apatia morbosamorosa verso Matt Damon in calzoncini.
Capita di rileggerla anche a me, e son sempre brividi.
si, pure io l’ho ascoltata per la prima volta vedendo quel film. L’ho messa qui perchè mi piace rileggerla. Aiuta lo spirito.
Neppure io amo molto le poesie, soprattutto quelle che ci facevano imparare a memoria una volta a scuola 😉 Ma questa che hai postato tu ed altre che conosco o che leggo ogni tanto qua e la, sono più scritti che poesie e devo dire che mi piacciono, alcune anche molto.
Ciao
Marta
si è vero ci sono degli scritti che in qualche modo non ti lasciano più andare! questo è uno di quelli! non mi stanco mai di leggerla
Anche io odio la poesia, diamine, l’ho sempre odiata. Forse perché quei poeti di cui ti parlano quando studi mi sono sempre sembrati inutilmente “criptici” in un certo senso, a volte un pizzico autocompiacenti e poco desiderosi di incidere parole a fuoco nell’anima di chi li legge. Poi per fortuna ho trovato tanto di più. Basta cercare. Ti seguirò volentieri.
grazie! 🙂 allora benvenuta!
🙂
Si… perchè non scegli di essere ma puoi scegliere come esserci.
un saluto 🙂
Esatto! Puoi decidere come affrontare le cose! Buona serata a te!:)
Hey, ma questa è la mia poesia preferita… 🙂
Pure la mia!;)
P.S.: “Invictus” è di William Henley, Mandela era solito leggerla al pubblico, ma non la scrisse lui.
Si vero hai ragione… Quando avevo scritto il post non ero così informata, devo correggere! Comunque grazie!
Noi siamo i padroni del nostro destino, a calci lo mandiamo di qui o di là. Ma è forte, non si lascia deviare più di tanto. Ma se non ci proviamo lo subiamo.
In realtà non credo che il destino si possa proprio deviare. Però in qualche modo possiamo essere padroni di come affrontarlo. A testa alta, bassa, laterale. Questo mi piace, l’idea che comunque sia possiamo decidere come essere, come affrontare eventi anche quado accadono cose che non dipendono dalla nostra volontà. Magari qualcuno può pensare che è una magra consolazione ma tutti subiamo, bisogna solo capire come vogliamo vivere.