TUTTO CHIEDE SALVEZZA

Ho appena finito di vedere questa serie su Netflix e devo dire che mi è piaciuta molto anche se avrei desiderato che alcuni personaggi, storie, vicende venissero approfondite di più. Non so se ci sarà un seguito, se il libro è più ricco di dettagli (di solito lo sono) ma l’ho presa così come è stata sviluppata e l’ho apprezzata.

Anni fa mi è capitato di entrare nel reparto di psichiatria dell’ospedale della città e di avere a che fare con le persone che in quel momento lo frequentavano.

Sono entrata con un certo timore perché nella mia mente, e forse anche in quella dei più, si tende a pensare che le persone che sono in cura in quel reparto siano pazze e non so perché pazzo diventa quasi sempre anche sinonimo di pericoloso.

Si pensa che qualcuno che perde la testa e commette qualcosa di brutto allora sia pazzo.

Si pensa che qualcuno che non si conforma, che ha cose da dire che il mondo non riesce a comprendere, che fa cose che possono ledere la propria persona allora sia pazzo.

Si pensa che qualcuno che soffre e non reagisce e non è sempre allegro e pronto a sorridere allora sia pazzo.

Nella serie invece si riescono a cogliere le sfumature, si riescono a percepire i colori, si riesce quasi a varcare la soglia di un mondo che forse non riusciamo a comprendere perché è diverso ma diverso non è necessariamente sinonimo di sbagliato.

Se guardiamo le cose da una prospettiva diversa e ci spogliamo di ogni pregiudizio forse possiamo iniziare a comprendere, e non compatire, quelle persone. Persone che cercano di esprimere la propria personalità, che cercano una strada diversa perché quella che stanno affrontando non è la loro, che non riescono a parlare ma che sentono comunque e hanno un cuore, che si affezionano, che ci tengono, che vedono cose che tu non vedi ma non perché quelle cose non esistano ma perché tu sei troppo preso dalla vita di tutti i giorni per accorgertene.

A volte pazzo è solo troppo sensibile.

A volte pazzo è solo diverso.

A volte pazzo è più normale del “normale”.

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